Villaggio Ideale d'Italia - Premio Airone CEE 1991
Certificazione Ambientale ISO 14001
Uno dei Borghi più Belli d'Italia 2018
Storia
Nel Basso Medioevo il territorio di Palazzuolo fu feudo della famiglia Ubaldini. Nel XIII secolo emerse la famiglia Pagani, il cui esponente più noto fu Maghinardo. Con la sua morte, nel 1302, il feudo tornò di proprietà degli Ubaldini. La più celebre di questa famiglia fu Marzia degli Ubaldini (detta anche Cia), fu la figlia della figlia di Maghinardo. Marzia sposò il signore di Forlì, Francesco II Ordelaffi, e combatté al suo fianco in più occasioni, anche durante la crociata contro i Forlivesi, quando difese eroicamente la città di Cesena. La voce popolare vuole che sia proprio Cia (cioè Marzia Ordelaffi) la donna che compare nello stemma del Comune di Palazzuolo.
Nel 1362 il territorio di Palazzuolo entrò a far parte della Repubblica fiorentina. Con la vicina Firenzuola, costituì il nucleo della Romagna toscana. Da allora Palazzuolo seguì il destino della Repubblica di Firenze e fu infeudato alla famiglia fiorentina degli Strigelli.
Al plebiscito del 1860 per l'annessione della Toscana al Regno di Sardegna i "sì" non ottennero la maggioranza degli aventi diritto (437 su un totale di 996), anzi gran parte degli abitanti non si recò alle urne, sintomo dell'opposizione all'annessione[8].
Il 24 settembre 1944 fu liberata dalla 1ª Divisione britannica[9].
Simboli
Lo stemma è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 7 febbraio 1957.[10]
«D'azzurro, al castello finestrato e murato di nero, chiuso con porta al naturale; ad un busto di donna uscente dal castello, fra due torri. Ornamenti esteriori da Comune.[11]»
La donna raffigurata nello scudo è probabilmente Cia Ordelaffi (1317-1381), signora consorte di Cesena e Forlì e una delle più note figure di donne combattenti della storia d'Italia, oggi simbolo di coraggio e resistenza di queste terre.
Il gonfalone, concesso con D.P.R. del 15 aprile 1957, è un drappo partito di bianco e di azzurro.[10]
Di antica origine, la chiesa di Santo Stefano è stata rimaneggiata nel corso del XVIII secolo, restaurata agli inizi del Novecento ed anche dopo la Seconda guerra mondiale.
Architetture civili
Villa di Gruffieto, antica villa di fine XVII secolo, situata in mezzo al bosco tra Palazzuolo e Marradi, è oggi completamente restaurata. Il complesso è costituito dalla villa, di notevoli dimensioni e di forma articolata, una cappella per il culto religioso, un fabbricato adibito a dimora dei contadini con stalle e locali di servizio, un fabbricato rurale adibito a fienile e stalla, una burraia e un ulteriore edificio ove sono localizzati il forno e un seccatoio delle castagne. Vi hanno soggiornato personaggi illustri, come il poeta Dino Campana e il politico umanista Gaspare Finali.
^Le frazioni – I 13 Castelli dissolti nel tempo, su prolocopalazzuolo.it. URL consultato il 23 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 23 marzo 2020).
^Programma delle alienazioni degli immobili comunali per l'anno 2013: cimitero di Visano, su comune.palazzuolo-sul-senio.fi.it. URL consultato il 23 marzo 2020.
^Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
^Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
^Comuni in Città Metropolitana di Firenze per Popolazione, su tuttitalia.it. URL consultato il 18 luglio 2015.
^Nidia Danelon Vasoli, Il plebiscito in Toscana nel 1860, Firenze, Olschki, 1968, in cui si fa riferimento anche al casi di Castiglion Fibocchi e Radda in Chianti.
^Liberazione di Palazzuolo sul Senio e Marradi, 25 settembre 1944, su bibliotecasalaborsa.it. URL consultato il 13 gennaio 2023.
^abPalazzuolo sul Senio, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 18 marzo 2023.
^ Comune di Palazzuolo sul Senio, Statuto comunale, Art. 3 Stemma e gonfalone.
^Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
^Stranieri residenti al 1º gennaio 2023, su demo.istat.it. URL consultato il 2 maggio 2024.
^ Stefano Salomoni, Le mille opportunità di un territorio georeferenziato, in Il nuovo Diario-Messaggero, 24 ottobre 2015.