La resa di Granada
La resa di Granada | |
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Autore | Francisco Pradilla Ortiz |
Data | 1882 |
Tecnica | olio su tela |
Dimensioni | 330×550 cm |
Ubicazione | Palacio del Senado, Madrid |
La resa di Granada è un'opera del 1882 del pittore spagnolo Francisco Pradilla Ortiz che si trova nella Sala delle Conferenze del Palazzo del Senato spagnolo.[1]
Si tratta di un grande olio su tela (3,3 metri di altezza per 5,5 di larghezza) che raffigura la resa di Boabdil, ultimo sultano di Granada, a Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia avvenuta il 2 gennaio 1492, data che segna la fine della Reconquista.[1]
Commissione
Dopo il successo del suo dipinto Doña Juana la Loca, che aveva ricevuto riconoscimenti all'Esposizione Nazionale di Belle Arti del 1878 e alla sezione spagnola dell'Esposizione Universale di Parigi dello stesso anno[2], il Senato spagnolo incaricò Pradilla di riprodurre la presa di Granada da parte dei Re Cattolici al termine della Reconquista.
Il dipinto non ebbe lo stesso successo del precedente dedicato a Giovanna la Pazza[2], ma fu comunque uno dei più grandi successi di Pradilla e il suo vasto successo di pubblico gli valse la fama anche oltre i confini della Spagna. il dipinto venne presentato prima a Roma, dove Padilla era a capo dell'Accademia di Spagna, e successivamente al Senato, dove Alfonso XII si recò a vedere l'opera.[3]
Una volta terminato il dipinto, Alfonso XII assegnò a Pradilla la Gran Croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica e il Senato pagò al pittore 50.000 pesetas, il doppio della cifra inizialmente pattuita.[1]
Il dipinto
Il dipinto mostra il momento della consegna delle chiavi della città di Granada da parte dell'emiro Boabdil ai Re cattolici di Spagna, con il gruppo dei cristiani è raffigurato sul lato destro.
Leggermente a sinistra del centro c'è un varco rispetto al gruppo dei musulmani e la separazione è rafforzata da una traccia di ruote sul sentiero che enfatizza anche la prospettiva.
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/77/Rendici%C3%B3n_Namen_2.jpg/269px-Rendici%C3%B3n_Namen_2.jpg)
L'emiro Boabdil ed il suo seguito sono invece raffigurati un po' più indietro nella prospettiva, che fa sì che le persone risultino più piccole, con l'emiro che è il solo a cavallo e tiene nella mano destra le chiavi della città.
Grazie alla sua posizione in primo piano, ai colori chiari dei suoi vestiti, che risaltano fortemente sullo sfondo scuro costituito da cipressi, e al bianco del suo cavallo, la regina attira l'attenzione. È vestita con un abito di broccato verde chiaro e oro e indossa un mantello di broccato azzurro con colletto di ermellino bianco. La corona della regina è la stessa che si conserva ancora oggi a Granada. Il re è vestito interamente di rosso, indossa un mantello veneziano di velluto rosso, calze rosse e un berretto rosso collegato ad una corona e ha la mano aperta per ricevere le chiavi.
Oltre alla coppia reale si possono riconoscere i loro due figli maggiori: il principe ereditario Giovanni e l'infanta Isabella, vestita a lutto per la morte del marito l'Infante del Portogallo Alfonso. Sempre nel gruppo dei cristiani, oltre ai reali, si vedono alcune dame di corte e personaggi che hanno avuto un ruolo nella conquista del regno di Granada come Ponce de León, Alonso de Cárdenas, Gonzalo Fernández de Córdoba e Iñigo López de Mendoza.
Sullo sfondo dell'immagine si vedono le mura della città, degli edifici bianchi e il castello dell'Alhambra.
Note
- ^ a b c (ES) El arte en el Senado, Departamento de Publicaciones, Direccion de Estudios y Documentación de la Secretaría General del Senado, 1999, pp. 294-296-298, ISBN 978-84-88802-35-4. URL consultato il 28 ottobre 2023.
- ^ a b Ramón García-Rama, Pradilla Ortiz, Francisco, su museodelprado.es.
- ^ (ES) Carmen Manso Porto, Isabel la Católica y el arte, Real Academia de la Historia, 2006, pp. 165-166, ISBN 978-84-95983-75-6. URL consultato il 28 ottobre 2023.
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