Giacomo Matteotti

Disambiguazione – "Matteotti" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Matteotti (disambigua).
Giacomo Matteotti

Segretario del Partito Socialista Unitario
Durata mandato8 ottobre 1922 –
10 giugno 1924
PredecessoreCarica istituita
SuccessoreCarlo Rosselli
Giuseppe Saragat
Claudio Treves

Deputato del Regno d'Italia
Durata mandato1º dicembre 1919 –
10 giugno 1924
LegislaturaXXV, XXVI, XXVII
Gruppo
parlamentare
Socialista
CollegioFerrara (XXV), Padova (XXVI) e Veneto (XXVI)
Sito istituzionale

Sindaco di Villamarzana
Durata mandato3 ottobre 1912 –
10 agosto 1914

Dati generali
Partito politicoPSI (1904-1922)
PSU (1922-1924)
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità di Bologna
ProfessioneGiornalista, dirigente politico
FirmaFirma di Giacomo Matteotti

Giacomo Matteotti (Fratta Polesine, 22 maggio 1885 – Roma, 10 giugno 1924) è stato un politico, giornalista e antifascista italiano, segretario del Partito Socialista Unitario, formazione nata da una scissione del Partito Socialista Italiano al Congresso di Roma dell'ottobre 1922.

Fu rapito e assassinato il 10 giugno 1924 da una squadra fascista capeggiata da Amerigo Dumini, a causa delle sue denunce delle illegalità commesse dalla nascente dittatura di Benito Mussolini.[1] Il corpo di Matteotti fu ritrovato circa due mesi dopo l'omicidio, il 16 agosto 1924.

Il 3 gennaio 1925, di fronte alla Camera dei deputati, Benito Mussolini si assunse pubblicamente la «responsabilità politica, morale e storica» del clima nel quale l'assassinio si era verificato.[2] A tale discorso fece seguito, nel giro di due anni, l'approvazione delle cosiddette leggi fascistissime e la decadenza dei deputati che avevano partecipato alla secessione dell'Aventino in protesta al delitto Matteotti.

Biografia

La famiglia

Giacomo Lauro Matteotti[3] nacque in provincia di Rovigo a Fratta Polesine di venerdì il 22 maggio 1885, da Girolamo Stefano Matteotti (1839-1902) e Elisabetta Garzarolo (1851-1931), detta Isabella.[4] La famiglia Matteotti era originaria di Comasine in Val di Peio, in Trentino,[5] e già nel 1837 il bisnonno di Giacomo, Stefano Matteotti, era attivo nella compravendita di rame e ferro ad Arquà Polesine nel Regno Lombardo-Veneto.[6] Il nonno di Giacomo, Matteo Matteotti e la moglie Caterina Sartori, con cui si era sposato nel 1813, si trasferirono definitivamente a Fratta Polesine nel 1845 portando avanti l'attività del padre.[6] Matteo Matteotti morì nel 1858 a soli quarantasette anni a causa delle ferite dovute a una lite,[7] e suo figlio Girolamo portò avanti e ampliò l'attività paterna aprendo due botteghe: la prima a Fratta Polesine e la seconda a Costa di Rovigo.[8] Negli anni sessanta Girolamo investì il suo capitale nell'acquisto dei terreni espropriati alle parrocchie, dando così inizio anche all'attività di prestito ad interesse raggiungendo un'invidiabile posizione economica.[4]

I Girolamo sposò Isabella a Fratta Polesine il 7 febbraio 1875.[9] I due ebbero sette figli, quattro dei quali (Ginevra, Dante, Aquino e Giocasta) morirono in tenera età: degli adulti, Giacomo[10] fu il secondogenito tra Matteo (1876-1909) e Silvio (1887-1910) e l'unico a sopravvivere ai fratelli, morti ancor giovani di tisi. Tutti si impegnarono in politica nelle file del Partito Socialista Italiano (PSI), seguendo l'esempio del padre che era stato consigliere comunale di Fratta Polesine tra il 1896 e il 1897.

La formazione e la militanza giovanile

Giacomo Matteotti con uno dei figli
Velia Titta, moglie di Giacomo Matteotti

Dopo aver frequentato le scuole elementari pubbliche di Lendinara venne iscritto al liceo ginnasio "Celio" di Rovigo, diplomandosi il 15 dicembre 1903 all'età di diciotto anni.[11] Seguendo l'esempio del fratello Matteo, Giacomo si avvicinò fin da giovanissimo alle idee socialiste, scrivendo nel 1901, a soli sedici anni, il suo primo articolo per La Lotta in cui criticava il concetto di proprietà privata indicando il socialismo come unica speranza di cambiamento.[4] Poco interessato all'attività i famiglia, Giacomo si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza all'Università di Bologna, laureandosi il 7 novembre 1907 con 110 e lode presentando una tesi sulla recidiva scritta il collaborazione col professore Alessandro Stoppato.[4] Per la scrittura della tesi Giacomo viaggiò in Olanda, Belgio, Austria, Germania, Francia e Inghilterra, arrivando ad apprendere il francese, l'inglese e il tedesco.[4]

L'accusa di aver costruito la propria fortuna anche prestando denaro a interesse, rivoltagli dalla stampa cattolica locale avversaria, risulta da un'ampia documentazione d'archivio.[12]

Durante la prima guerra mondiale, in cui non fu arruolato in quanto unico figlio superstite di madre vedova, si dimostrò un convinto sostenitore della neutralità italiana. Le sue posizioni antimilitariste e il suo attivismo contro la guerra gli costarono l'allontanamento dal Polesine per tre anni e il confino in una zona montagnosa nei pressi di Messina.

Nel gennaio 1916 sposò con rito solo civile la poetessa romana Velia Titta, sorella del baritono Titta Ruffo, dalla quale ebbe tre figli: Giancarlo (1918-2006), Gianmatteo (1921-2000), entrambi deputati socialisti, e Isabella (1922-1994). Nel 1918, mentre era ancora in Sicilia al confino, nacque a Roma il suo primogenito Giancarlo, che seguì le orme del padre dedicandosi anche lui all'attività politica.

Il socialismo e l'elezione a deputato

Tavolo di lavoro di Matteotti nella Biblioteca della Camera dei deputati
Scritta elettorale «Votate Matteotti» dipinta su un muro a Venezia

Matteotti fu eletto in Parlamento per la prima volta nel 1919 nel collegio di Ferrara[13] e fu poi rieletto nel 1921[14] e nel 1924.[15] Venne soprannominato "Tempesta" dai suoi compagni di partito per il suo carattere battagliero e intransigente.[16] In pochi anni, oltre a preparare numerosi disegni di legge e relazioni, intervenne 106 volte in Aula, con discorsi su temi spesso tecnici, amministrativi e finanziari.[17] Per il carattere meticoloso e l'abitudine allo studio, passava ore nella Biblioteca della Camera «a sfogliare libri, relazioni, statistiche, da cui attingeva i dati che gli occorrevano per lottare, con la parola e con la penna, badando a restare sempre fondato sulle cose».[18] Dopo i fatti del dicembre 1920 a Ferrara, Matteotti divenne il nuovo segretario della Camera del Lavoro cittadina e questo produsse un rinnovato impegno nella sua lotta antifascista, con frequenti denunce delle violenze che venivano messe in atto.[19]

Nel 1921 pubblicò una famosa Inchiesta socialista sulle gesta dei fascisti in Italia, in cui si denunciavano, per la prima volta, le violenze delle squadre d'azione fasciste durante la campagna elettorale delle elezioni del 1921.[20]

Nell'ottobre del 1922 Matteotti fu espulso dal Partito Socialista Italiano con tutta la corrente riformista legata a Filippo Turati; i fuoriusciti fondarono il nuovo Partito Socialista Unitario, di cui Matteotti divenne segretario.

Nel 1924 venne pubblicata a Londra, dove Matteotti si era recato in forma strettamente riservata nell'aprile di quell'anno, la traduzione del suo libro Un anno di dominazione fascista, col titolo: The Fascists exposed; a year of Fascist Domination, in cui riportava meticolosamente gli atti di violenza fascista contro gli oppositori.[21] Nell'introduzione del libro, Matteotti ribatteva puntualmente alle affermazioni fasciste, in particolare a quelle che affermavano l'uso della violenza squadrista utile allo scopo di riportare il Paese a una situazione di legalità e "normalità" col ripristino dell'autorità dello Stato dopo le violenze socialiste del biennio rosso, affermando la continuazione delle spedizioni squadriste contro gli oppositori anche dopo un anno di governo fascista. Inoltre, sosteneva che il miglioramento delle condizioni economiche e finanziarie del Paese, che stava lentamente riprendendosi dalle devastazioni della prima guerra mondiale, era dovuto non all'azione fascista, quanto alle energie popolari; tuttavia, ancora secondo Matteotti, a beneficiarne sarebbero stati solo gli speculatori e i capitalisti, mentre il ceto medio e proletario ne avrebbe ricevuto una quota proporzionalmente bassa a fronte dei sacrifici.[22]

La contestazione delle elezioni del 1924

Lo stesso argomento in dettaglio: Discorso di Giacomo Matteotti del 30 maggio 1924.
Giacomo Matteotti nell'ultima fotografia scattatagli prima della morte

Alle elezioni del 6 aprile 1924 Matteotti fu rieletto, il PSU raccolse il 5,9% risultando il secondo partito di opposizione dietro il 9% del Partito Popolare Italiano. La consultazione si svolse in un grave clima di intimidazione e da ripetute violenze da parte delle squadre d'azione del Partito Nazionale Fascista, il risultato fu quindi ampiamente favorevole alla lista governativa, con l'elezione di tutti i suoi 356 candidati.

Al momento di convalidare le decisioni della Giunta delle elezioni, diversi parlamentari di minoranza segnalarono proteste per le modalità di voto in alcune circoscrizioni (Abruzzi, Campania, Calabria, Puglie e Sicilia). Giacomo Matteotti, insieme agli onorevoli Enrico Presutti e Arturo Labriola presentarono allora la richiesta per il rinvio degli atti alla Giunta. Il 30 maggio 1924 Matteotti prese la parola alla Camera dei deputati per contestare i risultati delle elezioni denunciando le violenze, le illegalità e gli abusi commessi dai fascisti per riuscire a vincere le elezioni :

«[...] Contestiamo in questo luogo e in tronco la validità delle elezioni della maggioranza. [...] L'elezione secondo noi è essenzialmente non valida, e aggiungiamo che non è valida in tutte le circoscrizioni. [...] Per vostra stessa conferma (dei parlamentari fascisti) dunque nessun elettore italiano si è trovato libero di decidere con la sua volontà... [...] Vi è una milizia armata, composta di cittadini di un solo Partito, la quale ha il compito dichiarato di sostenere un determinato Governo con la forza, anche se ad esso il consenso mancasse»

(Giacomo Matteotti[23])

Terminato il discorso disse rivolgendosi a Giovanni Cosattini[24][25] seduto accanto a lui, indirettamente ai suoi compagni di partito:

«Io, il mio discorso l'ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me.[26][27][28][29]»

La proposta di Matteotti di far invalidare l'elezione almeno di un gruppo di deputati - secondo le sue accuse, illegittimamente eletti a causa delle violenze e dei brogli - venne respinta dalla Camera con 285 voti contrari, 57 favorevoli e 42 astenuti[30]. Il 1º giugno Il Popolo d'Italia pubblicò in prima pagina un articolo, nel quale era indicato esplicitamente Matteotti come principale oppositore. L'articolo non era firmato, ma fu scritto da Mussolini;[31] una copia del manoscritto venne conservata dal suo segretario Fasciolo,[32] che nel 1926 fu sanzionato proprio per i «documenti di carattere riservato sottratti al Capo del Governo».[33]

«Mussolini ha trovato fin troppo longanime la condotta del governo, perché l'on. Matteotti ha tenuto un discorso mostruosamente provocatorio che avrebbe meritato qualcosa di più tangibile che l'epiteto di "masnada" lanciato dall'on. Giunta.[34]»

Pochi giorni dopo, il 4 giugno 1924, durante una discussione alla Camera, Matteotti ebbe un battibecco con Mussolini, ricordandogli l'approvazione data nel 1919 da Il Popolo d'Italia al decreto di amnistia per i disertori.[35]

L'assassinio

Lo stesso argomento in dettaglio: Delitto Matteotti.

Intorno alle 16:00 del 10 giugno 1924 Matteotti uscì di casa dirigendosi verso la Camera dei deputati per preparare il suo intervento sull'autorizzazione dell'esercizio provvisorio del bilancio statale.[36] Giunto sul lungotevere incrociò una Lancia Trikappa nera in sosta con a bordo alcune persone: ad attenderlo era la squadra fascista di Amerigo Dumini, che rapì il deputato caricandolo in auto per poi accoltellarlo durante il pestaggio avvenuto nell'abitacolo.[37] La mattina del giorno successivo la moglie Velia, preoccupata dalla prolungata assenza del marito, decise di avvisare le i suoi più stretti compagni di partito tra cui Filippo Turati e Giuseppe Emanuele Modigliani, che la sera dell'11 giugno denunciò la scomparsa di Matteotti al questore Cesare Bertini, già avvertito dell'accaduto dal capo della polizia Emilio De Bono.[38] Nello stesso momento fu avvertito dell'accaduto anche Benito Mussolini, e nel pomeriggio del giovedì 12 giugno la notizia divenne di pubblico dominio.[39] Il giorno successivo Mussolini tentò di rassicurare l'aula sull'accaduto, ma le opposizioni in segno di protesta diedero inizio all'astensione dai lavori parlamentari.[40]

Il 14 giugno iniziarono i primi arresti, per poi proseguire nei giorni successivi, in particolare durante gli interrogatori Albino Volpi confermò l'assassinio del deputato e raccontò che durante la lotta nell'abitacolo Matteotti pronunciò la famosa frase:[41]

«Uccidete pure me, ma l'idea che è in me non l'ucciderete mai.[42][43][44][45][46][47]»

Il 27 giugno le opposizioni commemorarono ufficialmente la morte di Matteotti dando ufficialmente inizio alla "secessione dell'Aventino", e in tutta Italia molti lavoratori si astennero dal lavoro per circa dieci minuti.[48] Il corpo di Matteotti fu ritrovato solo il 16 agosto nelle campagne del comune di Raiano, a circa 20 km dal centro di Roma, e il 21 agosto la salma arrivò a Fratta Polesine dove si svolsero i funerali.[49]

Riconoscimenti

Pubblicazioni

Da presidente della Camera dei deputati, Sandro Pertini "ebbe il grande merito di pubblicare nel 1970 i discorsi parlamentari di Matteotti, venticinque anni dopo la fine della guerra; la prima biografia matteottiana di Antonio Casanova uscì soltanto nel ’74, ventinove anni dopo la Liberazione; l’avvio della pubblicazione delle opere complete, a cura di Stefano Caretti, partì nel 1983, trentotto anni dopo"[50].

Luoghi e monumenti

Monumento a Matteotti sul Lungotevere Arnaldo da Brescia
Casa-Museo Giacomo Matteotti
Monumento a Matteotti nell'ononima piazza di Bolzano

Tra ponti, strade, piazze e scuole[51] Giacomo Matteotti "è il politico del '900 più citato nella toponomastica italiana, con circa tremila intitolazioni"[52] in gran parte delle principali città italiane. Tra i monumenti si segnalano:

  • War van Asten, Monumento a Giacomo Matteotti, inaugurato a Bruxelles nel 1927 e oggi conservato a Colfontaine.
  • Iorio Vivarelli, Monumento a Giacomo Matteotti (1974), scultura astratta posta nel luogo del rapimento presso il Lungotevere Arnaldo da Brescia a Roma.
  • Monumento a Giacomo Matteotti a Riano, sul luogo del ritrovamento del cadavere.[53]
  • Il Ponte Giacomo Matteotti (già Ponte del Littorio) è un ponte che collega il lungotevere Arnaldo da Brescia a piazza delle Cinque Giornate, in prossimità del luogo del rapimento.
  • La Casa - Museo Giacomo Matteotti[54] a Fratta Polesine è stata riconosciuta dal 2017 monumento nazionale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.[55] L'edificio appartiene all'Accademia dei Concordi, per lascito testamentario dei figli di Giacomo, ed è stato ceduto in uso al Comune di Fratta. È aperto al pubblico e propone una ampia e articolata ricostruzione della vita di Giacomo Matteotti e della sua famiglia. Sotto il controllo di un comitato scientifico pubblica una collana di studi intitolata "Quaderni di Casa Matteotti" editi da Cierre (Sommacampagna di Verona).

Premio Giacomo Matteotti

Nel 2005 è stato istituito il Premio "Giacomo Matteotti" presso la Presidenza del Consiglio dei ministri; viene «assegnato ad opere che illustrano gli ideali di fratellanza tra i popoli, di libertà e di giustizia sociale che hanno ispirato la vita di Giacomo Matteotti». Il Premio è suddiviso in tre sezioni: "saggistica", "opere letterarie e teatrali" e "tesi di laurea".[56]

Celebrazioni del centenario della morte

Su proposta della Fondazione Giacomo Matteotti, nel 2022 il Ministero della cultura ha istituito il Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della morte di Giacomo Matteotti (DM 20/04/2022, n.172) e promosso l'Edizione Nazionale dei processi Matteotti (DM 8/04/2022, n. 140). Un Comitato provinciale per le celebrazioni del centenario della morte di Giacomo Matteotti si è costituito nel 2023 anche nella provincia di Rovigo.

Nel 2023 il Parlamento italiano ha approvato in via definitiva la legge che istituisce le celebrazioni per il centenario della morte di Giacomo Matteotti: tra le attività di ricerca su vita, pensiero e opera di Matteotti, «saranno sostenute anche iniziative didattiche e formative, in sinergia con biblioteche, musei e istituzioni culturali, attraverso il coinvolgimento diretto delle istituzioni scolastiche».[57].

Francobolli

  • Nel 1955[58] fu emesso un francobollo italiano commemorativo (70º anniversario della nascita) da 25 lire in colore rosso.[59]
  • Nel 2012 fu emesso un francobollo commemorativo da San Marino del valore di euro 2,64.[60]

Citazioni e riferimenti

Franco Nero in Il delitto Matteotti (1973)

Politica

Canzoni

  • Povero Matteotti è un canzone di protesta, eseguita sulle note di Povero Cavallotti (1898 circa).[62]
  • Nel 33 giri antologico Cantacronache 4 (1971) del gruppo Cantacronache è incluso Canta di Matteotti, con autore anonimo.[63]

Cinema

Teatro

  • Il mio nome è Tempesta. Il delitto Matteotti (2021). Lo spettacolo, scritto da Carmen Sepede e diretto da Emanuele Gamba, ha vinto il Premio Matteotti 2022 della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Sport

Opere

  • La recidiva. Saggio di revisione critica con dati statistici, Milano, Fratelli Bocca, 1910, SBN IT\ICCU\PAL\0279701.
  • Un anno di dominazione fascista, Roma, Tipografia italiana, 1923, SBN IT\ICCU\LO1\0494866.
    • Un anno di dominazione fascista, con un saggio di Umberto Gentiloni Silveri, introduzione di Walter Veltroni, Milano, Rizzoli, 2019 [1923], SBN IT\ICCU\RAV\2092490.
    • (EN) The fascisti exposed. A Year of Fascist Domination, traduzione di E. W. Dickes, Londra, Independent Labour Party Publication Department, 1924.
    • (EN) The fascisti exposed. A Year of Fascist Domination, traduzione di E. W. Dickes, Londra, Howard Fertig, 1969.
    • (FR) Une année de domination fasciste, Bruxelles, Maison nationale d'edition, 1924.
    • (DE) Hanns-Erich Kaminski, Fascismus in Italien. Grundlagen - Aufstieg - Niedergang, Berlino, Verlag für Sozialwissenschaft, 1925.
  • Il fascismo della prima ora. Pagine estratte dal "Popolo d'Italia", Roma, Tipografica italiana, 1924, SBN IT\ICCU\LO1\0491316.

Raccolte di scritti

  • Reliquie, Milano, Corbaccio, 1924, SBN IT\ICCU\RAV\0187442.
  • Contro il fascismo, Milano-Roma, Avanti!, 1954, SBN IT\ICCU\MOD\0311608.
    • Contro il fascismo, con prefazione di Sergio Luzzatto, Milano, Garzanti, 2019 [1954], SBN IT\ICCU\RAV\2091584.
  • Discorsi parlamentari, Roma, Stabilimenti tipografici Carlo Colombo, 1970, SBN IT\ICCU\PUV\0135055. In tre volumi.
  • Scritti e discorsi, Milano, Aldo Garzanti, 1974, SBN IT\ICCU\LIA\0023787.
  • Scritti e discorsi, Venezia, Marsilio, 1981, SBN IT\ICCU\RAV\0122210.
  • Scritti sul fascismo, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1983, SBN IT\ICCU\CSA\0066314.
  • Giacomo Matteotti 1885-1985. Riformismo e antifascismo. Scritti e discorsi, testimonianze, contributi, Roma, Ediesse, 1985, SBN IT\ICCU\UBO\1625131.
  • Lettere a Velia, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1986, SBN IT\ICCU\CFI\0036817.
  • Sulla scuola, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1990, SBN IT\ICCU\CFI\0195895.
  • Sul riformismo, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1992, SBN IT\ICCU\LO1\0099312.
  • Scritti giuridici, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 2003, SBN IT\ICCU\RML\0129964. Due volumi.
  • La questione tributaria, a cura di S. Caretti, Manduria, P. Lacaita, 2006, SBN IT\ICCU\CFI\0658959.
  • Scritti economici e finanziari, a cura di S. Caretti, Pisa, PLUS, 2009, SBN IT\ICCU\CFI\0736425. Due volumi.
  • L'avvento del fascismo, a cura di S. Caretti, con premessa di A. Roncaglia, Pisa, PLUS, 2011, SBN IT\ICCU\CFI\0772105.
  • Epistolario, 1904-1924, a cura di S. Caretti, Pisa, PLUS, 2012, SBN IT\ICCU\CFI\0791869.
  • Socialismo e guerra, a cura di S. Caretti, con premessa di Ennio Di Nolfo, Pisa, Pisa University Press, 2013, SBN IT\ICCU\CFI\0814411.
  • Scritti e discorsi vari, a cura di S. Caretti, con premessa di G. Santomassimo, Pisa, Pisa University Press, 2014, SBN IT\ICCU\RAV\2006276.
  • La lotta semplice, Roma, Edizioni di Comunità, 2019, SBN IT\ICCU\PAR\1262151.
  • Il fascismo tra demagogia e consenso. Scritti 1922-1924, a cura di M. Grasso, Roma, Donzelli, 2020, SBN IT\ICCU\UMC\1011897.
  • Questo è il fascismo, a cura di P. Polito, Roma, e/o, 2022, SBN IT\ICCU\LO1\1859856.

Note

  1. ^ G. Matteotti, Un anno di dominazione fascista, Roma, Tip. italiana, 1923.. Copia del volume (PDF), su Casa Museo Giacomo Matteotti. URL consultato il 5 febbraio 2024.
  2. ^ Discorso alla Camera dei Deputati, 3 gennaio 1925.
  3. ^ Fornaro, p. 13.
  4. ^ a b c d e Saccò, p. 53.
  5. ^ Mauro Canali, Giacomo Matteotti, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 72, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2008.
  6. ^ a b Fornaro, p. 14.
  7. ^ Modena, p. 24.
  8. ^ Fornaro, p. 15.
  9. ^ Registro degli Atti di Matrimonio del 1875 - Comune di Fratta Polesine, su Family Search.
  10. ^ Registro degli Atti di Nascita del 1885 - Comune di Fratta Polesine, su Family Search.
  11. ^ Fornaro, p. 21.
  12. ^ Gianpaolo Romanato, Giacomo Matteotti un italiano diverso, Bompiani, 2024, p. 68-75.
  13. ^ Statistica delle elezioni generali politiche per la XXV legislatura (16 novembre 1919), Roma, 1920, pp. 50-51.
  14. ^ Statistica delle elezioni generali politiche per la XXVI legislatura (15 maggio 1921), Roma, 1924, pp. 104-106.
  15. ^ Statistica delle elezioni generali politiche per la XXVII legislatura (6 aprile 1924), Roma, 1924, pp. 31-34.
  16. ^ 10 giugno 1924: l’omicidio di Giacomo Matteotti, su Corriere della Sera, 10 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2015).
  17. ^ Discorsi parlamentari di Giacomo Matteotti pubblicati per deliberazione della Camera dei Deputati, Roma, Colombo, 1970.
  18. ^ Citazione di Oddino Morgari in G. Matteotti, Scritti economici e finanziari, a cura di S. Caretti, Pisa, Ed. Plus, 2009, p. 25.
  19. ^ Giacomo Matteotti a Ferrara, su Artecultura, Comune di Ferrara, 7 giugno 2014. URL consultato il 31 marzo 2016 (archiviato il 23 marzo 2016).
  20. ^ G. Matteotti, Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei fascisti in Italia, Milano, 1922.
  21. ^ Gino Bianco, Matteotti a Londra, su unacitta.it, 22 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2015).
  22. ^ Stanislao G. Pugliese (a cura di), Fascism, Anti-fascism, and the Resistance in Italy. 1919 to the Present, Lanham-Boulder-Toronto-Oxford, 2004.
  23. ^ Il testo integrale è disponibile su Wikisource.
  24. ^ Giacomo Matteotti ucciso dai fascisti il 10-06-1924, il ricordo dei nipoti di Giovanni Cosattini. URL consultato il 24 giugno 2023.
  25. ^ Quartarella a Riano: Giovanni Volterra ricorda Cosattini amico di Matteotti - ANPI Flaminia Tiberina. URL consultato il 24 giugno 2023.
  26. ^ Citata in Emilio Lussu, Marcia su Roma e dintorni, Einaudi, 1976.
  27. ^ Accadde oggi: il delitto Matteotti, su iniziativalaica.it, 3 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2015).
  28. ^ Secondo altre fonti, la frase esatta fu «Ed ora preparatevi a farmi l'elogio funebre» rivolta verso l'On. Costantini. «Uccidete pure me, ma l'idea che è in me non l'ucciderete mai.», su Il Blog di Pier, 23 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 23 luglio 2011).
  29. ^ C. Treves, Filippo Turati, Avanti!, 1945, p. 39.
  30. ^ Renzo De Felice, Mussolini il fascista, Einaudi, Torino, 1995, p. 617 n.
  31. ^ G. Rossini, Il delitto Matteotti tra il Viminale e l'Aventino, Bologna, Il Mulino, 1966, p. 465. È riprodotta la lettera di Carlo Bazzi che, dalla Francia, inviò la prova che Mussolini «ha scritto di suo pugno l'articolo in cui appare il periodo in questione». Per la copia fotografica del manoscritto si veda Il signor Sobrero, su Senato della Repubblica. Patrimonio dell'Archivio Storico.
  32. ^ G. Salvemini, Il mandante e il favoreggiatore, in La Libertà, 9 giugno 1927, pp. 1-2. Contiene riproduzione del documento.
  33. ^ Regio Decreto 30 settembre 1926, n. 1745, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 19 ottobre 1926. URL consultato il 10 febbraio 2024.
  34. ^ Sobrero (JPG), in Il Popolo d'Italia, 1º giugno 1924, p. 1.
  35. ^ Tornata di mercoledì 4 giugno 1924 (PDF), su Camera dei Deputati. URL consultato l'11 febbraio 2024.
  36. ^ Fornaro, p. 163.
  37. ^ Fornaro, p. 164.
  38. ^ Fornaro, p. 165.
  39. ^ Fornaro, p. 166.
  40. ^ Fornaro, p. 167.
  41. ^ Fornaro, p. 168.
  42. ^ Tiziana Barillà, «Uccidete pure me. L'idea che è in me non l'ucciderete mai». 10 giugno 1924, Matteotti e l'inizio del regime, su Left, 10 giugno 2016. URL consultato il 16 marzo 2022.
  43. ^ https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/10/giacomo-matteotti-uccidete-me-non-ucciderete-le-idee-che-sono-in-me/1021581/
  44. ^ https://books.google.it/books?id=YW7FH47DUQQC&pg=PA45&dq=Matteotti+uccidete&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&source=gb_mobile_search&ovdme=1&sa=X&ved=2ahUKEwjlhq36jbiGAxXm1AIHHdW7APQ4ChDoAXoECAgQAw#v=onepage&q=Matteotti%20uccidete&f=false
  45. ^ https://books.google.it/books?id=PINoAAAAMAAJ&q=Matteotti+uccidete&dq=Matteotti+uccidete&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&source=gb_mobile_search&ovdme=1&sa=X&ved=2ahUKEwjr_panjriGAxXX_gIHHTyDFbs4KBDoAXoECAMQAw
  46. ^ https://books.google.it/books?id=r6MU4XbZCggC&q=Matteotti+uccidete&dq=Matteotti+uccidete&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&source=gb_mobile_search&ovdme=1&sa=X&ved=2ahUKEwjr_panjriGAxXX_gIHHTyDFbs4KBDoAXoECAoQAw
  47. ^ http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,1629_01_1924_0145_0001_17223219/
  48. ^ Fornaro, p. 169.
  49. ^ Fornaro, p. 170.
  50. ^ Antonio Funiciello, Lo spirito antifascista di Matteotti resiste, meno il suo socialismo riformista, Linkiesta, 18 aprile 2024.
  51. ^ Scuole con denominazione "Matteotti", su Scuola in chiaro.
  52. ^ Orlando Sacchelli, L'attualità del pensiero di Giacomo Matteotti, Il Giornale, 5 giugno 2014.
  53. ^ Commemorazione Delitto Giacomo Matteotti, su Comune di Riano, 7 giugno 2021. URL consultato il 3 febbraio 2024.
  54. ^ Home page, su Casa Museo Giacomo Matteotti.
  55. ^ Legge 20 dicembre 2017, n. 2013, su normattiva.it (archiviato il 30 gennaio 2018).
  56. ^ DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 4 marzo 2005, n. 72, in Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, 30 aprile 2005. URL consultato il 3 febbraio 2024.
  57. ^ LEGGE 10 luglio 2023, n. 92, in Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, 21 luglio 2023. URL consultato il 3 febbraio 2024.
  58. ^ DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 17 maggio 1955, n. 528, in Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, 2 luglio 1955. URL consultato il 3 febbraio 2024.
  59. ^ 10 novembre 1955 - 70º anniversario della nascita di Giacomo Matteotti, su I Bolli.
  60. ^ 16 ottobre 2012 - Maestri di libertà, su I Bolli.
  61. ^ Giacomo Matteotti. Immagini e documenti (PDF), su Fondazione Matteotti, p. 63.
  62. ^ Canzoniere 1 della protesta, Edizioni del Gallo, 1972, p. 48. URL consultato il 3 febbraio 2024.
  63. ^ Canta di Matteotti, su ildeposito.org (archiviato il 2 gennaio 2014).
  64. ^ Il delitto Matteotti, su Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico. URL consultato il 3 febbraio 2024.
  65. ^ Il delitto Matteotti, su Archivio del Cinema Italiano. URL consultato il 3 febbraio 2024.

Bibliografia

  • Federico Fornaro, Giacomo Matteotti. L'Italia migliore, collana Collana Saggi. Storia, Torino, Bollati Boringhieri, 2024, ISBN 978-88-339-4260-5.
  • Davide Guarnieri, Documenti originali sullo squadrismo ferrarese dai fondi dell'Archivio di Stato di Ferrara (PDF), in Lo squadrismo: come lo raccontarono i fascisti, come lo vissero gli antifascisti, Ferrara, Comune di Ferrara, 2014, ISBN 978-88-9878606-0.
  • Claudio Modena, L'avvocato di Matteotti. Pasquale Galliano Magno, collana Le Radici, Apogeo, 2014, ISBN 978-88-9860805-8.
  • Pietro Saccò, Cronologia di Giacomo Matteotti, in Angelo Guido Sabatini (a cura di), Giacomo Matteotti a novant'anni dalla morte 1924 - 2014, Tempo presente, n. 400-402.

Bibliografia aggiuntiva

Si presentano in ordine cronologico i seguenti testi:

  • Luigi Cyaheled, Matteotti è vivente, Napoli, Casa Editrice Vedova Ceccoli & Figli, 1924. IT\ICCU\CUB\0224421.
  • Carlo Silvestri, Matteotti, Mussolini e il dramma italiano, Roma, Ruffolo, 1947.
  • Renzo De Felice, Mussolini il fascista, vol.I, La conquista del potere. 1921-1925, Torino, Einaudi, 1966.
  • Giuseppe Rossini, Il delitto Matteotti fra il Viminale e l'Aventino, Bologna, Il Mulino, 1968.
  • Antonio G. Casanova, Matteotti. Una vita per il socialismo, Milano, Bompiani, 1974.
  • Adrian Lyttelton, La conquista del potere. Il fascismo dal 1919 al 1929, Roma-Bari, Laterza, 1974.
  • Ives Bizzi, Da Matteotti a Villamarzana. 30 anni di lotte nel Polesine (1915-1945), Treviso, Giacobino, 1975.
  • Carlo Silvestri, Matteotti, Mussolini e il dramma italiano, Milano, Cavallotti editore, 1981.
  • Alexander J. De Grand, Breve storia del fascismo, Bari, Laterza, 1983.
  • Matteo Matteotti, Quei vent'anni. Dal fascismo all'Italia che cambia, Milano, Rusconi, 1985.
  • Fabio Andriola, Mussolini. Prassi politica e rivoluzione sociale, S.l., F.U.A.N., 1990.
  • Mauro Canali, Cesare Rossi. Da rivoluzionario a eminenza grigia del fascismo, Bologna, Il Mulino, 1991.
  • Mario Quaranta (a cura di), Giacomo Matteotti: La vita per la democrazia, Rovigo, Associazione culturale Minelliana, 1993.
  • Lino Rossi, La tradizione scolastica socialista e la posizione di G. Matteotti, in M. Quaranta (a cura di), Una vita per la democrazia, Rovigo: La Minelliana, 1993, pp. 79–8.
  • Stefano Caretti, Matteotti. Il mito, Pisa, Nistri-Lischi, 1994, ISBN 88-88546-28-6.
  • Emidio Orlando, Il dossier Matteotti, Milano, Mursia, 1994, ISBN 978-88-425-1616-3.
  • Mauro Canali, Documenti inediti sul delitto Matteotti. Il memoriale Rossi del 1927 e il carteggio Modigliani-Salvemini, in "Storia contemporanea", n.4, agosto 1994, p. 601 ss.
  • Mauro Canali, Il delitto Matteotti. Affarismo e politica nel primo governo Mussolini, Bologna, Il Mulino, 1997, ISBN 88-15-05709-9. - nuova ed., Collezione Biblioteca storica, Bologna, Il Mulino, 2024, ISBN 978-88-153-8930-5.
  • Aldo Parini, La vita di Giacomo Matteotti. Manoscritto inedito conservato presso il Centro studi Piero Gobetti di Torino, Rovigo, Associazione culturale Minelliana, 1998.
  • Valentino Zaghi, Giacomo Matteotti, Sommacampagna, Cierre, 2001, ISBN 88-8314-110-5.
  • Marcello Staglieno, Arnaldo e Benito. Due fratelli, Milano, Mondadori, 2003, ISBN 88-04-51264-4.
  • Stefano Caretti, Il delitto Matteotti tra storia e memoria, Manduria-Bari-Roma, Lacaita Editore, 2004, ISBN 88-88546-28-6.
  • Claudio Fracassi, Matteotti e Mussolini. 1924: il delitto sul Lungotevere, Collana Testimonianze fra cronaca e storia, Milano, Mursia, 2004, ISBN 978-88-425-3281-1. - nuova ed., Mursia, 2024, ISBN 978-88-425-6743-1.
  • Nunzio Dell'Erba, Matteotti: azione politica e pensiero giuridico, in "Patria indipendente", 28 maggio 2004, a. LIII, nn. 4-5, pp. 21–23.
  • Stanislao G. Pugliese, Fascism, Anti-fascism, and the Resistance in Italy: 1919 to the Present, Rowman & Littlefield, 2004, ISBN 0-7425-3123-6.
  • Maricla Boggio, Matteotti, l'ultimo discorso (opera teatrale), rappresentato a Roma nella Sala Consiliare del Campidoglio il 26/11/2004. Testo teatrale pubblicato dalla rivista teatrale "RIDOTTO".
  • Matteo Monaco (a cura di), Omaggio a Matteotti nell'ottantesimo anniversario della morte (1924-2004), Roma, Ulisse, 2005, pp.247, 21 cm, con guida bibliografica, ISBN 88-88892-32-X.
  • Gianpaolo Romanato, Un italiano diverso. Giacomo Matteotti, Milano, Longanesi, 2010; nuova ed., Collana Saggi, Milano-Firenze, Bompiani, 2024, ISBN 978-88-301-0785-4.
  • Giovanni Borgognone, Come nasce una dittatura. L'Italia del delitto Matteotti, Roma-Bari, Laterza, 2012, ISBN 978-88-420-9833-1.
  • Studi polesani. Nuova serie. Vol. 5, Rovigo, Associazione culturale Minelliana, 2012, ISBN 978-88-6566-013-3.
  • Valentino Zaghi, Nella terra di Matteotti. Storia sociale del Polesine tra le due guerre mondiali, Rovigo, Associazione culturale Minelliana, 2014, ISBN 978-88-6566-052-2.
  • Massimo Luigi Salvadori, L'antifascista. Giacomo Matteotti, l'uomo del coraggio, cent'anni dopo (1924-2024), Roma, Donzelli, 2023, ISBN 978-88-5522-533-5.
  • Stefano Caretti-Marzio Breda, Il nemico di Mussolini. Giacomo Matteotti, storia di un eroe dimenticato, Milano, Solferino, 2024, ISBN 978-88-282-1347-5.
  • Mimmo Franzinelli, Mussolini e Matteotti. Vite parallele, dal socialismo al delitto politico, Collezione Le Scie, Milano, Mondadori, 2024, ISBN 978-88-047-7139-5.
  • Mirko Grasso, L'oppositore. Matteotti contro il fascismo, Collana Frecce, Roma, Carocci, 2024, ISBN 978-88-290-2214-4.
  • Gianpaolo Romanato, Giacomo Matteotti un italiano diverso, Milano, Bompiani, pp. 329, Isbn 978-88-301-0785-4.
  • Valentino Zaghi, Giacomo Matteotti. Una rassegna bibliografica, in «Italia contemporanea», 2014, n. 276, pp. 541-547.

Voci correlate

Altri progetti

Altri progetti

  • Wikisource
  • Wikiquote
  • Wikimedia Commons
  • Collabora a Wikisource Wikisource contiene una pagina dedicata a Giacomo Matteotti
  • Collabora a Wikiquote Wikiquote contiene citazioni di o su Giacomo Matteotti
  • Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giacomo Matteotti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN) 9862153 · ISNI (EN) 0000 0000 8088 5283 · SBN CFIV022414 · BAV 495/213534 · LCCN (EN) n79120220 · GND (DE) 119217570 · BNE (ES) XX1609124 (data) · BNF (FR) cb120305562 (data) · J9U (ENHE) 987007275558305171
  Portale Biografie
  Portale Politica
  Portale Socialismo
  Portale Storia d'Italia